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Trapani difende i viticoltori, l’amministrazione Tranchida continua la sua azione politica
di redazione siciliarurale

Nella giornata di ieri, 9 gennaio, l’assessore all’agricoltura Giuseppe Pellegrino si è recato ufficialmente al parlamento della Regione Siciliana ad accompagnare una folta delegazione di viticoltori della provincia di Trapani, unitamente all’assessore all’agricoltura di Petrosino Caterina Marino e a presidenti di Cantine Sociali fra cui il presidente della Colomba Bianca Dino Taschetta.

E’ stato fatto un primo incontro con il gruppo del Pd all’ars. La delegazione è stata ricevuta dal deputato trapanese Dario Safina e dai deputati, Nello Cracolici ex assessore
all’agricoltura e dal vice presidente gruppo parlamentare Pd Mario Giambona. La delegazione ha poi incontrato anche Nicola Catania di Fratelli D’Italia.
Intanto le somme a favore del comparto vitivinicolo siciliano approvato nella Finanziaria regionale di ieri è di 12,5 milioni di euro in due anni.
Giova ricordare che il 14 settembre 2023 come capoluogo della provincia di Trapani avevamo scritto al presidente della Regione Schifani, al presidente dell’assemblea Galvano, chiedendo almeno 100 milioni di euro unitamente al governo nazionale (grande assente ad oggi per la Sicilia non è stata stanziata alcuna somma) trovando anche le modalità idonee per assegnarle alle aziende agricole entro il 2023” – dichiara l’assessore Pellegrino.
La Sicilia è uno dei territori più vitati d’Europa di cui la provincia di Trapani a livello regionale detiene il 50% almeno delle superfici negli anni 2000 in Sicilia se ne contavano circa 160.000 ettari, nel 2009 siamo scesi a circa 125.000 ettari, adesso rimangono coltivati circa 100.000 ettari a livello regionale, di cui la metà nella provincia di Trapani.
Un settore con grandi potenzialità è quello del biologico che riveste grande importanza nella viticultura siciliana, è praticato ed è facile rispettare l’assoggettamento in relazione al clima.

La sperimentazione ha portato alla qualificazione di vitigni autoctoni: Nero D’Avola, Inzolia, Catarratto, Grillo e alloctoni. L’Italia è membro dell’Oiv (Organizzazione Internazionale delle Vigne e del Vino) e il Ministero dell’agricoltura partecipa ai lavori di questo organismo intergovernativo a carattere scientifico e tecnico avente una competenza riconosciuta nel settore della vigna e del vino, l’Oiv si occupa di viticoltura sostenibile, di aspetti ambientali, sociali, economici e culturali.
La Sicilia e la provincia di Trapani ripongono molte aspettative dalla valorizzazione delle produzioni ecosostenibili. Il calo del 40% delle superfici vitate siciliane è dovuto anche al trasferimento di molte di queste superfici nelle regioni del nord Italia. In Sicilia si sono persi oltre 15.000 posti di lavoro.
Per non perdere altre superfici ma tornare a farle crescere il prezzo delle uve da vino dovrebbe avere un prezzo medio di 80 euro al quintale contro il prezzo attuale di circa 30 euro al
quintale (con questi prezzi non si fa impresa). Sarebbe altresì corretto fare giustizia sulla problematica dello zucchero nel vino. La Comunità europea ha riconosciuto ai produttori del nord Europa l’utilizzo del saccarosio per “arricchire” il contenuto alcolico dei vini. Ad oggi, non si è riusciti ad ottenere che, quantomeno nell’etichetta dei vini prodotti nel Nord Europa sia riportata l’indicazione: vino arricchito con saccarosio.

In conclusione – dichiarano l’assessore Pellegrino e il sindaco Tranchida – considerato che la viticoltura in Sicilia riveste grande importanza dal punto di vista sociale,
paesaggistico, culturale ed economico; Auspichiamo che lavorando in sinergia soprattutto con le organizzazioni professionali Coldiretti, Cia, Confagricoltura e le organizzazioni cooperativistiche si riesca a progettare uno sviluppo possibile dell’agricoltura siciliana. Tale sviluppo passa anche attraverso la difesa del libero mercato. Malgrado la buona volontà ad oggi non è ancora stato attivato l’Osservatorio Equità e Giustizia delle filiere agricole ed alimentari della Sicilia di cui alla legge 19 del 2014. Tra tutti i mali, non l’unico, non è accettabile nel 2023 la possibile presenza di un cartello dei prezzi. Quest’anno malgrado la scarsa produzione i prezzi delle uve da vino sono rimasti uguali a quelli degli anni precedenti“.

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