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Sos da Bronte, il pistacchio è in difficoltà. La siccità ha decimato la produzione
di Angela Sciortino

(di Lisa Sanfilippo) C’è chi lo chiama “oro verde di Bronte”, eppure quest’anno il pistacchio, tanto noto  per il suo gusto e per le sue qualità, sembra risplendere meno. Ne è causa, in particolare, la siccità che a Bronte ha messo in ginocchio i produttori di pistacchio. 

Di fronte a questo dato preoccupante non è mancato l’intervento del sindaco di Bronte Graziano Calanna, pronto a chiedere alla Regione che venga dichiarato lo stato di calamità naturale.

Sullo stesso versante anche il Consorzio di Tutela del Pistacchio Verde di Bronte. «Quest’anno c’è stato un calo della produzione, quasi il 50%, la situazione è drammatica», precisa il vice presidente del Consorzio Alfio Paparo. «Sono tre i fattori  – continua – che hanno parecchio inciso: inizialmente la grandinata dei primi di maggio, poi il lungo periodo di siccità, durato circa sei mesi, con la consequenziale caduta prematura dei frutti e l’appassimento di diverse piante. Infine, l’acquazzone violento di questi giorni che, unito al vento, ha provocato danni. Si può quindi parlare effettivamente di emergenza e, per quanto riguarda il mercato, la diminuzione della produzione ha comportato chiaramente un aumento del prezzo del pistacchio».

«Si è trattato di una siccità eccezionaleNon piove da marzo ed in alcune zone da gennaio quando ha nevicato», afferma Giuseppe Currenti, produttore a Bronte di pistacchio e olio di oliva.

Problematicità non solo a Bronte. Per Sergio Piscione, infatti, produttore di pistacchi nella zona di Adrano, la grandinata di maggio, più che la siccità, ha comportato maggiori difficoltà. «Abbiamo fatto la raccolta ad agosto, quando in genere siamo soliti farla a settembre. Rispetto a Bronte, nelle nostre zone, abbiamo riscontrato delle difficoltà chiaramente minori, si tratta infatti di due contesti territoriali differenti». 

Intanto a Bronte, oltre ai produttori di pistacchio, ad essere in crisi sono anche gli allevatori che chiedono l’intervento dello Stato, attraverso l’attivazione degli strumenti del Fondo di solidarietà nazionale che, oltre ai necessari aiuti, prevedono la sospensione dei mutui e il pagamento dei contributi assistenziali e previdenziali a carico delle imprese agricole danneggiate. 

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