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Salva grano italiano, oltre 50mila firme per la petizione
di redazione siciliarurale

Sono state raggiunte le 50 mila firme per la petizione nazionalesalva grano Made in Italy“, la mobilitazione di Cia-Agricoltori Italiani su change.org, che ha raccolto l’adesione di cittadini, produttori ed enti pubblici.

Una battaglia lanciata “per difendere il settore dalla crisi dei prezzi e dai ripetuti attacchi speculativi, oggi pronta ad arrivare sul tavolo delle istituzioni per chiedere interventi immediati“. Il prezzo del grano è sceso del 40% nelle ultime settimane, mentre quello della pasta sullo scaffale è aumentato in media del 30%.

Per coltivare il grano duro ci vogliono circa 1.400 euro per ettaro. Con le quotazioni attuali, i produttori non riescono nemmeno a coprire le spese perché sono costretti a vendere a 1.100 euro per ettaro (-300 euro). L’Italia è il primo produttore di grano duro in Europa con circa 1,2 milioni di ettari impegnati e per Cia non si può “rischiare di mettere a repentaglio le produzioni nazionali“. Il prezzo del cereale simbolo del Made in Italy, infatti, spiega Cia, “lo determinano i grani esteri prodotti con standard qualitativi, di salubrità e costi di produzione molto più bassi.

Di qui la petizione “a difesa di un prodotto cardine dell’agroalimentare italiano, che interpreta quella che è la più grande sfida per il futuro di tutta la nostra agricoltura – commenta il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini Questo perché affronta tre questioni cruciali: lo squilibrio lungo la catena del valore che penalizza gli agricoltori, il conseguente abbandono delle coltivazioni, a causa degli alti costi di produzione, e il rischio per la sicurezza e la sovranità alimentare“.
Il riscontro ottenuto dall’iniziativa, conclude Fimi, “è un messaggio chiaro al governo di cui Cia si farà portavoce, sollecitando maggiori controlli sull’etichettatura, l’istituzione della Cun del grano duro per una maggiore trasparenza dei prezzi, il potenziamento dei contratti di filiera tra agricoltori e industria e l’avvio immediato Registro Telematico dei Cereali“.

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