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Psr Sicilia 2014-2020, l’attesa infinita per le misure 4.1 e 6.1
di Angela Sciortino

Psr Sicilia

(di Angela Sciortino) Nelle fiabe basta un mago buono per rompere l’incantesimo maligno di una strega cattiva. Nel caso del Psr Sicilia 2014-2020 – e in particolare delle misura 4.1 destinata agli investimenti aziendali e della misura 6.1 dedicata all’insediamento dei giovani in agricoltura – l’incantesimo che blocca l’emissione dei decreti pare destinato a durare ancora qualche settimana.

Che cosa blocchi la chiusura di procedimenti tanto attesi da un centinaio di aziende (quelle in graduatoria utile per la misura 4.1) e da un migliaio di under 40 (di cui non si conosce la graduatoria definitiva) non è facile da capire. Di sicuro ci sono due impegni non mantenuti, di cui abbiamo scritto su questo testata qualche settimana fa.

Il primo riguarda la misura 4.1 per la quale sembrava imminente l’emissione dei decreti d’impegno per le aziende posizionate in graduatoria fino al cinquantesimo posto; il secondo impegno riguardava la pubblicazione entro febbraio della graduatoria definitiva della misura 6.1. Termine che già nei precedenti articoli questo giornale aveva ritenuto non potesse essere rispettato: cosa che è puntualmente avvenuta. Del resto, il dovere riconsiderare tutte le istanze scartate ma sanabili avvalendosi del ricorso istruttorio, non poteva che causare un prevedibile ritardo nel ruolino di marcia dell’assessorato. 

Adesso che l’attesa diventa ogni giorno più lunga, tra le aziende che devono cominciare le opere, tra i giovani pronti ad insediarsi nonché tra i progettisti i quali reclamano i dovuti emolumenti, si cominciano ad insinuare dubbi e perplessità. E in alcuni casi c’è anche il timore di non vedere soddisfatte le proprie aspettative.

Ci vorrà, insomma, ancora qualche settimana per sbloccare l’iter. Secondo voci di corridoio ce ne vorranno almeno tre perché possano venire fugati tutti gli interrogativi che in questi giorni stanno logorando i dirigenti responsabili delle misure e l’Autorità di gestione. Nessun errore deve essere commesso, nessuna imprudenza né leggerezza. Perché il bando, vista la montagna di ricorsi, è a rischio annullamento.

Hanno fatto bene, quindi, quei giovani che per insediarsi hanno preferito il bando nazionale dell’Ismea. Magari con meno soldi, ma con più certezze e dall’iter più veloce.

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