(di Luigi Noto) Dopo lo stop di qualche anno fa (nel 2011 sembrava vicino il raggiungimento dell’ambito riconoscimento) riparte l’iter per il riconoscimento della Dop (Denominazione d’origine protetta) per il prosciutto crudo da suino nero dei Nebrodi. Il primo appuntamento del faticoso iter per l’ottenimento della Dop è per il prossimo 14 aprile alle 10 al Castello Gallego di Sant’Agata di Militello. Qui si svolgerà il convegno dal titolo “Promozione e valorizzazione del suino nero dei Nebrodi”, occasione creata ad hoc per presentare agli operatori del territorio il disciplinare della Dop e il marchio collettivo di qualità frutto di un nuovo percorso intrapreso dall’Opan, l’organizzazione di prodotto allevatori dei Nebrodi, nata per tutelare e valorizzare i prodotti ricavati dal suino nero, uno dei simboli a livello nazionale e internazionale dei monti Nebrodi.
Dal lavoro sinergico tra l’Opan e l’Ente parco dei Nebrodi è nata un’associazione temporanea di scopo che ha fatto ripartire la procedura per il riconoscimento della denominazione di origine protetta e il convegno di Sant’Agata di Militello è il primo passo ufficiale. Organizzato dal Parco dei Nebrodi e moderato da Nino Amadore, giornalista del Sole24Ore, prevede le relazioni di Giuseppe Licitra e Agata Matarazzo dell’Università di Catania, di Vincenzo Chiofalo dell’Ateneo messinese e di Paolo Morgante dell’Ente nazionale energia e ambiente. Interverranno anche Giuseppe Frustreri, presidente Opan (Organizzazione Prodotti allevatori Nebrodi), Amerigo Salerno presidente dell’Ats per la tutela del prosciutto crudo e salame suino nero dei Nebrodi, Stefano Simonella, direttore di Colfircarni e Saro Gugliotta, presidente di Slow Food Sicilia.
Il suino nero dei Nebrodi – affermano i sostenitori della Dop – rappresenta un importante volano di crescita per il territorio nebroideo. Il raggiungimento della tutela Dop potrà finalmente dare il giusto riconoscimento ai 100 allevatori che operano nel territorio con oltre 2.500 riproduttori iscritti al libro genealogico. L’indotto di oltre 2 mila persone è la testimonianza tangibile che il suino nero rappresenta una delle più importanti fonti di reddito del territorio nebroideo. Il progetto è ancora più ambizioso perché l’Opan è diventata il soggetto capofila del “progetto nazionale di valorizzazione dei suini neri autoctoni italiani”. Tale progetto unirà realtà importanti come la razza Cinta Senense, la Casertana, la Calabrese, la Mora Romagnola, il nero di Parma e il Nero Sardo.
Il suino nero dei Nebrodi è anche un Presidio Slow Food. Riammesso qualche mese fa dopo che era stato sospeso in via cautelare alla fine del 2016 quando si diffuse la notizia degli arresti e delle indagini sul giro di carni macellate clandestinamente sui Nebrodi. Adesso però torna a mietere successi come quello ottenuto in occasione di un laboratorio del gusto svoltosi durante l’ultimo “Cheese” di Bra, dove il prosciutto di suino nero è risultato il migliore battendo i blasonati Culatello di Zibello e il crudo di S. Daniele.