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L’oro bianco in un mare dolce: Campofelice di Roccella, la porta azzurra delle Madonie | CLICCA PER IL VIDEO
di redazione siciliarurale

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ARTICOLO DI MARIANNA GRILLO

Non tutti sanno che un tempo, a Campofelice di Roccella, attorno al Castello affacciato sul mare, esisteva un borgo abitato anche da lavoratori dello zucchero. Un prodotto straordinario e molto costoso che, una volta finito, si metteva in viaggio per mete lontanissime…

UN PO’ DI STORIA…

Il territorio di Campofelice di Roccella ricade ai piedi del complesso roccioso delle Madonie. E’ un comune di circa settemila abitanti della provincia di Palermo, a poco più di 50 km dal capoluogo siciliano. Ogni anno, è meta di turisti affascinati dalla bellezza della sua costa, dalla sua spiaggia e dal mare cristallino che costituiscono il punto di forza del turismo locale. Ed è in questo paradiso che sorgeva il Castello di Roccella di cui oggi si conserva intatta, un’unica, splendida torre.

Domenica Barbera, dell’Associazione Roccamaris, racconta le origini, la particolarità e l’importanza di questo castello.

In un dipinto di fine ‘500, si vede con chiarezza quello che una volta era l’aspetto originario del Castello di Campofelice. Delle tre torri, se ne conserva solo una, a testimonianza di quello che fu un luogo straordinario, da far conoscere e valorizzare. Il castello, era un centro di grande importanza per tutto il territorio. Dopo la morte di Federico II “Stupor Mundi” (1250) entrano nella storia della Roccella, i Ventimiglia. Per questa nobile e potente famiglia, la Roccella rappresentava un territorio essenziale per il loro dominio e per la loro strategia politico-economica. Essendo a tutti gli effetti la Porta delle Madonie, era evidente, infatti, il suo ruolo-chiave ricoperto, in primis, grazie alla sua collocazione geografica. Avendo ottenuto dal re un caricatoio, i Ventimiglia riuscivano a esportare i prodotti delle loro terre in tutto il Mediterraneo e, il grano in particolare, veniva imbarcato proprio a Roccella.

Tra la seconda metà del 1400 fino al 1600, il territorio di Campofelice, diventa protagonista di un altro prodotto speciale: la canna da zucchero. L’oro bianco, in questo luogo, trovava una filiera completa, dalla coltivazione al trappeto da cui usciva il prodotto finito. Tutto questo avveniva in un periodo in cui lo zucchero era considerato un bene prezioso. Un prodotto straordinario che, solo in pochi (regnanti, nobili, facoltosi) potevano permettersi. Si trattava dunque di una ricchezza, di un’eccellenza di Campofelice che arrivava nelle Fiandre, in Inghilterra e in altre parti del mondo. Una storia affascinante, raccontata dalle testimonianze che affiorano oggi attorno alla Torre Roccella. Si tratta di ciò che resta di un antico borgo portuale nato in epoca islamica diventato un borgo di lavoratori dello zucchero ma anche del riso, del grano che successivamente, una volta terminata la produzione, venne abbandonato e scomparve. Del trappeto, dell’acquedotto, delle case, restano solo delle tracce più o meno evidenti che comunque rappresentano un piccolo museo a cielo aperto, ancora tutto da scoprire.

Il Castello di Campofelice ha dunque molto da raccontare. Fa parte della storia della Sicilia, di un’epopea tanto importante quanto sconosciuta ai più ma che oggi, può essere il punto di partenza per la valorizzazione del territorio a 360 gradi. A poca distanza dall’area archeologica di Himera, da Cefalù con il suo patrimonio arabo-normanno Unesco e dal Parco delle Madonie, riveste un ruolo strategico per il turista contemporaneo.

A partire dal 2014, la Rassegna Roccamaris, ha portato qui artisti famosissimi con l’obiettivo di rendere questo luogo vivibile e fruibile. In uno spazio semplice, ha preso vita un movimento di cultura e di coscienze enorme. Adesso serve una maggiore consapevolezza della ricchezza di questo luogo poiché, conoscere il passato (e il castello di Campofelice), è la base per lo sviluppo del futuro.

Con Francesco Dolce, Gestore di un complesso turistico alberghiero e Davide Merlino, Responsabile Marketing e Comunicazione, vediamo quali sono le risorse turistiche e le sfide del tessuto produttive e imprenditoriali di Campofelice di Roccella.

Da diverso tempo Campofelice è candidata allo sviluppo del territorio attraverso il turismo. Ha un potenziale molto alto anche grazie al fatto di essere posizionata logisticamente in un’area centrale e a due passi da infrastrutture strategiche quali l’Aeroporto internazionale “Falcone-Borsellino” e i due snodi autostradali Palermo-Messina e Palermo-Catania. Grazie al clima e alla presenza di diverse strutture ricettive, la stagione turistica si sviluppa da aprile a ottobre. I turisti arrivano principalmente dal Nord e dal Centro Europa in particolare da Francia, Germania, Polonia e Austria. Il territorio sta sperimentando nuove forme di turismo ecosostenibile, venendo incontro a quelle che sono le esigenze degli ospiti. Per questo, si pensa al potenziamento di servizi ( piste ciclabili, noleggio di auto e bici elettriche) e a nuove soluzioni di viaggio. Sempre più spesso, infatti, il viaggiatore preferisce scoprire da sé il territorio sperimentando nuove formule di escursioni più green e più coerenti con le bellezze naturali che, dal mare alle montagne, offre Campofelice.

E a proposito di nuove forme di turismo, un’ opportunità apprezzata da molti visitatori e che da qualche anno riscuote grandissimo successo, è rappresentata dalle “experience” curate dalle aziende. Una di queste, si sviluppa attorno a una curiosità che ha come protagonista Campofelice di Roccella. In pochi sanno che proprio qui si trova il più grande allevamento di lumache d’Italia. In un territorio votato al turismo, l’elicicoltura è diventata un’attività di eccellenza. Le chiocciole, allevate con cura e pazienza in maniera naturale, vengono utilizzate in diversi modi: prodotto da gastronomia e da ristorazione gourmet grazie al prezioso caviale di lumaca, fino all’utilizzo della bava di lumaca nella cosmesi. L’esperienza di Campofelice, è stata imitata sia in Italia che all’estero così, questa eccellenza delle Madonie, non solo ha fatto il giro del mondo ma ha creato opportunità di lavoro e un business importante. Molti visitatori oltre a godere del mare e dalle spiagge di Campofelice, sono interessati a conoscere prodotti tipici e aziende attive e vivaci. Per questo, alcuni imprenditori iniziano a organizzare tour esperienziali dedicati. Se vi siete incuriositi, non lasciatevi scappare una ricetta originale, le “crocchette di lumaca”. Si sbollentano le chiocciole in un brodo con anice stellato, pepe nero e alloro, si sgusciano, e poi vengono passate nell’uovo, nella farina e nel pangrattato insieme a un formaggio tipico, il Canestrato delle Madonie. Infine, vengono fritte e accompagnate da una maionese al basilico. Una ricetta molto semplice , veloce dal risultato eccezionale…

Dal salato al dolce, con Antonio Onorato, Gelatiere e  Pasticciere che racconta i prodotti tipici di Campofelice di Roccella e in particolare l’attenzione verso la scelta di materie prime siciliane.

Gli agrumi sono il cuore di Campofelice. Insieme alle arance, il prodotto più identitario è il “limone di Campofelice”. In generale, la produzione dolciaria locale si affida a prodotti della Sicilia come le mandorle (ad esempio quelle di Avola), il pistacchio (di Raffadali o di Bronte), la ricotta. Si tratta di tutti quegli ingredienti alla base della pasticceria siciliana – e quindi di Campofelice – come ad esempio cassate e cannoli. Molto apprezzati le granite e i panettoni artigianali realizzati senza l’aggiunta di aromi e coloranti, con arance siciliane candite e una pasta al limone fatta in casa.

NATALE A CAMPOFELICE DI ROCCELLA…

“Il Natale di Campofelice di Roccella – dice Onorato – si svolge all’insegna della festa. Vengono organizzate fiere e sagre, degustazioni anche in collaborazione tra il Comune e le attività commerciali locali. Quest’anno, c’è un piccolo  progetto che prevede la realizzazione di un mercatino natalizio nel mese di dicembre e di un presepe vivente“.

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