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Il “seme-robot” che esplora il terreno: una scoperta tutta italiana
di Annalisa Ciprì

Il suo nome è I-Seed ed è un seme biodegradabile capace di monitorare le condizioni del suolo senza l’uso di battere o altre fonti di energia.

E’ stato creato dai ricercatori dell’ IIT-Istituto Italiano di Tecnologia di Genova. “Il seme artificiale è l’unico prototipo al mondo in grado di trasformarsi e muoversi nell’ambiente in modo autonomo, e potrà trovare applicazioni in vari ambiti, dal monitoraggio ambientale alla riforestazione“, spiegano i ricercatori, che sono stati coordinati da Barbara Mazzolai, direttrice del Bioinspired Soft Robotics Lab.

Per riprodurre la capacità naturale del “seme robotico” sono state usate tecniche come la stampa 3D e l’elettrofilatura (produzione di fibre mediante energia elettrica). Sono stati sperimentati vari materiali per realizzare questo seme, è stato scelto un poliestere termoplastico biodegradabile, capace di assorbire l’umidità e creare anche semi artificiali.

Il robot imita il movimento e le prestazioni del seme naturale, raggiunge un valore di coppia di ?30 µN m, una forza estensiva di ?2,5 mN ed è in grado di sollevare ?100 volte il proprio peso.

Questo tipo di robot a forma di seme ha il principale scopo di monitorare il suolo in superficie e raccogliere dati con un’elevata risoluzione sia spaziale che temporale, soprattutto in aree remote dove in effetti con metodi tradizionali sarebbe impossibile arrivare.

I-Seed potrebbe aprire la strada a nuovi metodi di monitoraggio del suolo e di riforestazione. E contribuirebbe a un futuro più verde per il nostro pianeta. Ancora una volta un altro pezzo di futuro parla in italiano.

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