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Il futuro dell’agricoltura è bio? La Regione investe sulla protezione ambientale e sicurezza alimentare 
di Annalisa Ciprì

La protezione ambientale e la sicurezza alimentare rappresentano una priorità per il futuro dell’agricoltura e della silvicoltura dell’Unione Europea. Il nuovo bando, pubblicato lo scorso 29 dicembre, mira ad incrementare e mantenere un sistema di produzione che sia più ecosostenibile possibile.

Miglioramento della qualità del suolo, dell’acqua e dell’aria, mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici sono gli obiettivi a cui si mira. Con riferimento al Piano Strategico Nazionale 2023-2027,  il “Mantenimento dell’agricoltura biologica” bando 2023 si mettono a disposizione 190 milioni di euro, negli anni 2024-2028, per i produttori che hanno già optato per l’adozione di questo metodo di coltivazione. Produttori che saranno sostenuti nel mantenere della scelta produttiva e riceveranno premi per 38 milioni di euro.

Si tratta di corposi investimenti mirati a sostenere gli agricoltori che decidono di aprirsi alle nuove frontiere del mercato in un settore che ad oggi è in continua trasformazione.

Per potere ottenere il premio i beneficiari devono essere in possesso di almeno due ettari di terreno e disporre di una notifica biologica rilasciata precedentemente all’avvio del periodo di impegno che andrebbe dall’1 gennaio 2024 al 31 dicembre 2028. La soglia minima scende di 0,50 per le isole minori.

E’ risaputo che un’agricoltura di questo tipo migliori le prestazioni del terreno. Di importanza fondamentale è la costituzione di un suolo sano con l’aumento del carbonio organico, ciò consentirebbe al terreno di assorbire più precipitazioni durante i periodi di inondazione e di trattenere in maniera maggiore l’umidità per periodi più lunghi.

Dagli alluvioni alla siccità, dalle speculazioni alla perdita di interi raccolti. L’agricoltura biologica potrebbe essere una soluzione?

Coldiretti

Dopo un 2023 che si può definire ‘nero’ si punta ad altro. “Una serie di congiunture negative hanno stremato gli agricoltori e intanto si continua a promettere aiuti che spesso vengono solo sbandierati“, così afferma Coldiretti.

Dopo undici anni è stata diffusa il 5 dicembre scorso la graduatoria di coloro che potranno avere un risarcimento dei danni subiti dal ciclone Athos del marzo 2012, su un milione di danni si potranno avere solo 4 mila euro di risarcimento. Forse. E nonostante ciò in agricoltura si continua il lavoro di salvaguardia del territorio e dell’economia regionale. Nel territorio, in tutta la Sicilia, c’è la Coldiretti e non certo la politica e in un’annata disastrosa come quella attuale togliere l’aiuto a chi ha convertito in biologico l’azienda non è assolutamente ammissibile“.

 

Con la pubblicazione di questo bando si rende manifesta l’intenzione dell’amministrazione regionale ovvero dare continuità delle forme di sostegno previste dalla programmazione del Psr Sicilia 2014-2022 con la nuova Pac 2023-2027, così da rispettare il target del 25% della Sau in bio indicato dalla Ue per il 2030.

Qualora le richieste pervenute siano superiori alla disponibilità finanziaria verrà data precedenza alle aziende che, indipendentemente dalla relativa zona di ubicazione, commercializzano prodotti certificati biologici e aziende ricadenti in Aree Natura 2000. Altre priorità sono, invece, date a quelle aziende in zone vulnerabili ai nitrati (priorità 2), alle aree naturali protette (priorità 3) e alle aree soggette a desertificazione (priorità 4).

Anche questo regime di aiuto, così come quelli attivati con altri bandi pubblicati sempre il 29 dicembre scorso, e la relativa erogazione dei premi, sono subordinati alla formale approvazione, da parte della Commissione Europea, delle modifiche al Piano Strategico Nazionale Pac 2023/2027. Una formalità che ormai, dopo la riforma voluta ai piani alti di Bruxelles, risulta più facile ottenere e non spaventa più nessuno.

Il sostegno per il mantenimento dell’agricoltura biologica sulla stessa superficie è cumulabile sia con gli eco-schemi 2, 3, 4 e 5 (viene assicurata la non duplicazione dei pagamenti per gli interventi che si sovrappongono), sia con il sostegno agli agricoltori custodi dell’ agrobiodiversità (SRA15) che con quella che un tempo si chiamava indennità compensativa.

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