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Guardiani del verde: “Nuovi studi interessano il Cardo mariano nel Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Forestali”
di Nicoletta Lala

Il Cardo mariano, noto con il nome scientifico di Silybum marianum, appartiene alla biodiversità delle piante officinali siciliane. La Sicilia ha una lunga tradizione di utilizzo di piante officinali nella medicina popolare e nella culturale locale, per le proprietà terapeutiche, aromatiche e culinarie.

Il Cardo mariano è utilizzato per scopi medicinali da circa duemila anni: gli vengono attribuite proprietà terapeutiche, veniva utilizzato nella Grecia classica per curare le malattie del fegato e della cistifellea e per proteggere il fegato dalle tossine. (Flora et al., 1998 “Cardo mariano per la terapia delle malattie del fegato; Morazzoni e Bombardelli; nel 1969 Schadewaldt scrive “la storia della silimarina, contributo alla storia della terapia epatica”).

Gli effetti più marcati – secondo alcuni studiosi delle diverse parti del mondo, come Karimi, Vahabzadeh e altri – sono strettamente connessi alla presenza di un complesso flavonoide chiamato “silimarina”, presente all’interno degli acheni, chiamati erroneamente “semi”. Tale specie si presta anche ad usi alimentari, in Spagna è utilizzata come verdura fresca nelle insalate, oppure bollito e fritto. Alcune ricerche scientifiche hanno dimostrato che l’aggiunta di estratti e derivati del cardo mariano e silimarina contribuiscono a prolungare la shelf-life, ovvero (la conservabilità) degli alimenti. Sono state effettuate ricerche da parte di docenti dell’Università degli studi di Palermo, riguardo l’uso di Cardo mariano nelle razioni degli animali, ed hanno evidenziato dei vantaggi sulla produzione e sulla quantità di cellule somatiche nel latte di pecore Comisane. Oltre a questi benefici, la pianta è considerata generalmente un’erba infestante, poiché causa enormi riduzioni delle produzioni di frumento, mentre nei pascoli risulta invasiva e ostacola il movimento e l’attività di pascolo del bestiame. Come riconoscerla? Ha un ciclo biennale (in Sicilia si comporta come specie annuale), pertanto nel suo primo anno si presenta a forma di rosetta.

La sua particolarità è data dalla presenza di un fiore rosso-viola, ma è stata segnalata la presenza di fiore bianco. Il cardo mariano può fungere da pianta ospite per diverse specie di farfalle e altri insetti, contribuendo alla biodiversità dell’ecosistema. Grazie al suo robusto apparato radicale contribuisce a stabilizzare il terreno e ridurre l’erosione. Questo può essere importante in aree soggette a fenomeni di degrado del suolo. La specie è oggetto di studio da parte dell’Università degli studi di Palermo, in particolare del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Forestali, nell’ambito del progetto integrato “COSA – Conservazione e caratterizzazione di Accessioni Siciliane di Specie Agrarie erbacee”, misura 10. Sottomisura 10.2, PSR Sicilia, di cui è responsabile scientifico il professore Giuseppe Di Miceli, con l’obiettivo di raccogliere le specie in tutto il territorio siciliano, caratterizzarle, in modo da acquisire informazioni di base sulle singole accessioni (materiale vegetale appartenenti alle suddette specie).

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