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Gli agricoltori delle terre della Biosfera scrivono all’UE: “Più aiuti per le aziende sostenibili”
di emilio scibona

clima

I lavoratori delle Terre della Biosfera, situata nelle valli fluviali del Simeto e dell’Alcantata, hanno scritto una lettera all’Unione Europea contro la votazione della Commissione Europea sugli emendamenti ai regolamenti per la PAC 2021-2027 chiedendo maggior sostegno. La lettera, indirizzata alla Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen e per conoscenza alla Ministra per le Politiche Agricole Bellanova e all’Assessore della Regione Siciliana all’agricoltura Bandiera, è stata inviata Lunedì 09.11.2020

“Illustre Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, siamo più di 100 agricoltori siciliani delle “Terre della Biosfera”, un’area delle Valli attorno all’Etna che mira a diventare un sito UNESCO per la sua ricchezza e bellezza ambientale, per l’alto valore in termini
di biodiversità e per un’agricoltura ancora in gran parte tradizionale e ricca di prodotti di eccellenza. 

Tutti in noi manteniamo la biodiversità in campo agricolo, lasciamo numerose porzioni di terreno incolte per favorirne la naturalità e lavoriamo in biologico o quasi (spesso tradizionalmente, senza possedere un certificato bio). Il nostro duro lavoro dunque, da una parte produce e non senza difficoltà un reddito per le nostre famiglie e dall’altro contribuisce a generare benefici pubblici ambientali. Sebbene siano già stanziati dall’Unione Europea dei contributi (non richiesti tra l’altro dalla totalità di noi!), ci troviamo in grande difficoltà nel mantenere le nostre aziende economicamente redditizie. 

Abbiamo appreso che la bozza per la nuova PAC non porterà nessuno dei cambiamenti fondamentali che riteniamo necessari. In ragione di ciò Le chiediamo cortesemente di utilizzare tutta la Sua influenza in seno alla Commissione Europea per riconsiderare le linee programmatiche delle leggi per la nuova PAC e di prendere in considerazione in particolare i seguenti punti: 1. Un sostegno adeguato per il mantenimento della natura, in particolare delle aree svantaggiate ma di alto valore ambientale come quelle di Natura 2000; 2. Un sostegno per le buone pratiche ambientali, ovvero per chi non distrugge le risorse idriche, del suolo e dell’aria – sia che essi lavorino in bio sia con metodologie tradizionali, sostenendo chi preserva le colture e specie autoctone; 3. Un aiuto per effettuare le pratiche ecologiche in sostituzione dell’uso di quelle chimiche, qualora fossero maggiormente costose; 4. Un aiuto per l’accesso ai mercati per i prodotti locali, bio/tradizionali e per le aziende a conduzione familiare. 5. Un aiuto per contrastare il cambiamento climatico, i cui effetti sono sempre più evidenti anno dopo anno. Combatterlo dovrebbe essere uno dei compiti principali del’UE; 6. Un aiuto supplementare per la catena del valore aggiunto dei prodotti primari (ad esempio trasformare il latte in formaggio, come potevano fare i nostri padri sino a qualche tempo fa senza
problematiche di sorta); 7. Importante per noi è altresì un accesso semplificato ai fondi, dato che tutti noi riscontriamo problemi
legati alla lentezza della burocrazia; 8. Maggiore sostegno alle aziende di piccole dimensioni che, per loro natura, rappresentano la vera
colonna vertebrale dell’agricoltura locale ma che attualmente vengono penalizzate e minacciate da logiche intensive e altamente impattanti sulla naturalità del territorio.

Tali domande non riguardano soltanto noi, ma riteniamo siano rappresentative di tutte le aziende Europee che si trovano in luoghi economicamente svantaggiati ma ricchi di biodiversità e ambienti naturali. È importante per tutti noi, che rispettiamo e coltiviamo con la natura, che i prodotti industriali o coltivati in modo intensivo provenienti da altre aree non competano con i nostri mercati locali e li
distruggano. Al momento non vediamo un futuro roseo per le nostre aziende agricole e vi esortiamo a fare tutto ciò che è in vostro potere per salvare le nostre aziende, la nostra gente e la nostra biodiversità!

Ci auguriamo che possiate affrontare questi punti e consentirne l’integrazione in qualsiasi futuro piano di sostegno della PAC.
In attesa di un Suo riscontro Le auguriamo buon lavoro, con la speranza Lei possa ascoltare le nostre richieste”.

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