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Giornata della Felicità: il segreto sta in un quadratino di cioccolato
di Annalisa Ciprì

Quanti di voi hanno percepito quella sensazione di benessere e di relax dopo aver mangiato un pezzo di cioccolato? Questo perché è il più potente antidepressivo naturale grazie ad alcune sostanze che agiscono sul sistema nervoso.

Mangiare cioccolato fa aumentare i livelli di alcuni neurotrasmettitori che inducono le sensazioni di piacere e di benessere. Tra questi, la serotonina che sarebbe il cosiddetto “ormone della felicità“, ciò che fa è attivare la regolazione del sonno e dell’attività sessuale. L’endorfina, invece, è efficace nell’inibizione del dolore. La feniletilamina, è la stessa sostanza chimica che il cervello produce quando ci innamoriamo. La difenildantonina, è una sostanza antidepressiva. Infine l’anandamide, una sostanza paragonabile al tetraidrocannabinolo, uno dei principi attivi della marijuana.

L’effetto del cioccolato sull’umore è dovuto sicuramente in parte al solo fatto che mangiare qualcosa che ci piace e che ci appaga ci rende più felici. Inoltre, il cacao contiene teobromina che ha un effetto stimolante sul sistema nervoso e migliora il tono generale. E poi contiene sostanze bioattive in grado di influenzare il tono dell’umore.

La porzione giornaliera consigliata è di 10 grammi al giorno, in pratica un “morsetto”, il quadratino di una tavoletta. Questa dose sarebbe un toccasana per la salute, ma attenzione a leggere bene le etichette ed a optare specialmente per il cioccolato artigianale fondente. Ovviamente poi il consumo di cioccolato deve anche essere calibrato allo stile di vita della singola persona, se si fa sport, se si ha una vita particolarmente attiva, il fabbisogno calorico aumenta.

LA SUA STORIA

La storia del cacao è antichissima e risale ai popoli delle civiltà dei Maya e degli Aztechi, i quali usavano le “cacahuat” (fave del cacao) per farne una bevanda, il “xocolatl”, ottenuta con l’aggiunta di pepe, peperoncino, cannella ed altre spezie, e che venivano utilizzate come offerta agli dei per le nascite o, ridotte in polvere, per cospargere il corpo dei giovani nei rituale della pubertà. Secondo una leggenda azteca, la pianta del cacao fu donata dal dio Quetzalcoatl agli esseri umani per alleviare la fatica. Sappiamo ora che le fave di cacao contengono in effetti alcaloidi quali la teobromina, dalle proprietà energizzanti, e, in quantità minore, caffeina. I preziosi semi arrivarono in Europa dopo il quarto viaggio di Cristoforo Colombo, ma è solo dalla prima metà del Cinquecento che Hernán Cortés, il conquistatore del Messico, iniziò una vera e propria importazione di questa nuova merce nel vecchio continente. Da quel momento, la bevanda, allora consumata con aggiunta di zucchero, anice, cannella e vaniglia, ebbe lo strepitoso, esponenziale successo che tuttora detiene. Nel Seicento il cacao inizia ad essere prodotto anche in Italia, soprattutto a Firenze e a Venezia, ed è grazie alla scuola torinese che nel 1819 Francois-Luis Cailler fonderà la prima fabbrica svizzera di cioccolato.

COME SI FA IL CIOCCOLATO?

semi del cacao, chiamate anche fave, una volta raccolti vendono lasciati fermentare a terra sotto le foglie di banano. Il calore impedisce che il seme possa germogliare e non deve assolutamente entrare in contatto con l’umidità che altrimenti creerebbe muffa. Il momento di essiccazione al sole è molto lungo e preciso, momento che va monitorato per non rischiare di perdere il raccolto.

In seguito i semi vengono passati in pulitura, attraverso macchinari che riescono a privare la fava da polveri e altre impurità per poi essere macinati in maniera grezza con una macchina chiamata “rompi cacao” e che separa la buccia dai granelli di semi di cacao, selezionati attraverso setacci.

I granelli di cacao raccolti vengono poi tostati, passaggio obbligato per consentire agli aromi del cacao di sprigionarsi. La concentrazione di aroma di cacao varia a seconda della temperatura della tostatura e viene stabilita a seconda della destinazione di produzione. Per la polvere di cacao, infatti, serve una maggiore densità di aromi, mentre nella produzione di cioccolata in tavolette è preferibile un aroma più delicato.

Le fave di cacao, lavorate, producono tre prodotti differenti e sono:

– la pasta di cacao, che si ottiene da una macinazione delle fave dapprima in maniera grossolana e poi più fine. L’impasto che se ne ricava viene portato ad una miscela liquida e burrosa che si rapprende.

– il burro di cacao, la parte più grassa delle fave di cacao che viene estratto dalla macinazione delle fave di cacao con l’ausilio di grosse presse. Viene filtrato e poi purificato.

– la polvere di cacao deriva dalla ulteriore macinazione di ciò che rimane delle fave di cacao dopo l’estrazione del burro di cacao, e che viene polverizzata.

Al latte, fondente, bianco, con le nocciole, gianduia, di modica, in qualsiasi colore, sapore e aroma, il cioccolato resta uni dei cibi più buoni e amati da tutti.

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