Sicilia Rurale

Crisi del latte ovino e della zootecnia siciliana, le ricette di Confagricoltura e Cia

(di Angela Sciortino) Crisi zootecnia in Sicilia, avanti piano. Un piccolo, ma ancora insoddisfacente traguardo è stato raggiunto e riguarda la nuova delimitazione delle zone sottoposte a restrizione deliberata dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo. «Si va nella direzione giusta», ha commentato a caldo Ettore Pottino, presidente della Confagricoltura siciliana. «Si tratta di un significativo passo in avanti per quel che riguarda la movimentazione dei capi di bestiame», sottolinea Pottino che ricorda come questo problema comporti parecchi aggravi dei costi per gli allevatori e sia stato sollevato in occasione del tavolo di crisi per il latte ovino ed il settore zootecnico in generale, convocato dal presidente della Regione Nello Musumeci lo scorso 19 febbraio.

Ettore Pottino

Forse troppo poco perché gli allevatori possano accorgersi della piccola conquista.

Circostanza confermata dal fatto che le altre sigle dell’agricoltura ne hanno parlato. La Cia siciliana, invece, insiste perché il tavolo tecnico permanente con gli assessori all’Agricoltura e alla Sanità, istituito lo scorso 19 febbraio, venga convocato in tempi brevi per affrontare le emergenze e definire la programmazione per la zootecnia siciliana. Da quanto si legge nel comunicato diramato ieri, Rosa Giovanna Castagna, presidente della Cia siciliana, si riserva di produrre nella prossima riunione del tavolo tecnico una proposta per la valorizzazione del prodotto trasformato siciliano che porti all’aumento del valore del latte. Ma nel frattempo la stessa Castagna auspica “che il prezzo del latte riesca a raggiungere il prezzo minimo richiesto dai produttori per garantire una dignità di produzione”. La proposta salva prezzo del latte rimane, quindi, top secret e vengono rese pubbliche, invece, le richieste che riguardano l’indennità compensativa (“da rafforzare sul comparto zootecnico”) e le produzioni biologiche a cui “va riservata molta attenzione”. 

 

Ora che gli aiuti in de minimis sono passati da 15 a 25 mila euro si può pensare di attivarli per le situazioni di emergenza che per la Cia risiedono nelle aziende che hanno subìto danni dagli ungulati. Gli interventi regionali, secondo la Cia siciliana, dovrebbero servire anche a salvaguardia della diffusione di eventuali malattie derivanti proprio dall’elevato numero dei selvatici. 

Ma tornando ai problemi del basso prezzo e della scarsa valorizzazione del latte ovino siciliano, nel tavolo tecnico con il presidente Musumeci e gli assessori Bandiera e Razza sono state individuate le cause: scarsa aggregazione del prodotto, agguerrita concorrenza da parte di Paesi comunitari ed extracomunitari e bassa percentuale di latte destinato alla produzione di formaggi a marchio territoriale (Dop e Igp).

Rosa Giovanna Castagna

«Da parte nostra – aggiunge Ettore Pottino abbiamo anche sostenuto la ricerca di soluzioni definitive all’interno della nuova Pac post 2020 di cui si stanno configurando i nuovi contorni. Sarebbe utile l’introduzione di un premio a favore degli ovini nati ed allevati nei territori della Comunità purché dispongano di idonee certificazioni sanitarie, che sia congruo per compensare la differenza di prezzo della produzione nazionale rispetto a quella estera». La proposta di Confagricoltura Sicilia, insomma, si rifà ai premi attualmente previsti per altri settori, come quello olivicolo e floricolo, ma nel caso specifico dovrebbe essere destinato ad aree ben circoscritte e che soffrono di particolari svantaggi. «Nel caso del latte ovino – aggiunge Pottino – è chiaro che le aree a cui far riferimento sarebbero le due isole maggiori, Sardegna e Sicilia, regioni che detengono rispettivamente il primo ed il secondo posto per numero di aziende ed ovini allevati e che insieme raggiungono  i due terzi del latte complessivamente prodotto in Italia».

 

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