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Conversione dei seminativi in pascoli. Il Psr premia solo le aree interne
di Angela Sciortino

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(di Angela Sciortino) Anche l’operazione 10.1.c del Psr Sicilia 2014-2020 lascerà molti scontenti. In un primo elenco pubblicato lo scorso 30 gennaio, infatti, l’importo totale delle domande ammissibili a valere su un bando pubblicato nel 2017 per la prima annualità era stato determinato in oltre 10 milioni di euro. Ce ne sarebbero voluti, quindi, più di 70 per pagare le sette annualità in cui si articola l’impegno agro-ambientale degli imprenditori agricoli che avevano colto l’opportunità di convertire i seminativi in pascoli permanenti a fronte di un interessante premio annuo. Segno che dalla coltura dei cereali, grano duro in testa, non si ricava abbastanza. 

Tanti soldi non sarebbero mai stati disponibili. E allora che si fa in questi casi? Si cerca di adottare un criterio obiettivo che non possa far sentire discriminato nessuno. E così è stato. Alla scelta operata sull’operazione 10.1.b che ha in sostanza “premiato” le zone di pianura più vicine alla costa, ha fatto da contraltare quella operata per l’operazione 10.1.c grazie alla quale il baricentro si è spostato verso le aree interne della Sicilia.pascoli

Per sette anni – tanto dura l’impegno agroambientale – gli imprenditori agricoli che si trovano nel nuovo elenco degli ammissibili sulla base dei criteri previsti nelle disposizioni attuative riceveranno il premio di 288 o 365 o 370 euro per ettaro rispettivamente se i terreni si trovano in zone di montagna, di collina o di pianura.

Ma come è stata fatta la scrematura dell’elenco reso pubblico a gennaio scorso? «Semplicemente applicando i criteri di priorità previsti dalle disposizioni attuative», spiega Dario Cartabellotta, dirigente generale del Dipartimento regionale dell’Agricoltura. Sono perciò rimaste fuori tutte le aziende che non possono vantare nemmeno un metro quadrato nelle aree d’elezione: le zone Natura 2000 (Sic e Zps), quelle di alto valore nel sistema regionale delle aree naturali protette e quindi parchi, riserve e parchi archeologici e le Zvn, le zone vulnerabili da nitrati.pascoli

I dati elaborati nelle cartografie danno immediatamente un’idea di dove sono concentrate le domande che sono state ammesse a finanziamento. Enna e Palermo sono le province con il maggior numero di aziende ammesse. Proprio in favore di aziende che ricadono in queste province saranno emessi decreti che complessivamente oscillano tra 2 e 2,5 milioni di euro per provincia.pascoliLa dotazione iniziale dell’operazione era di 35 milioni di euro sufficiente, dunque, a coprire una spesa annua di 5 milioni euro. Nell’elenco pubblicato il 19 marzo scorso, i beneficiari erano 512 il che comportava la spesa annua di 3 milioni e e 664 mila euro. Nell’ultimo elenco, quello del 9 agosto, i beneficiari sono passati a 521 corrispondenti a impegni annui di 3 milioni 786 mila euro. Dunque ben al di sotto della soglia massima di 5 milioni di euro impostata in sede di programmazione.

Resta il fatto che sono stati in tanti ad accarezzare l’idea di abbandonare la coltura dei cereali per convertire i terreni (magari i meno produttivi) in pascoli permanenti. Segno che la coltura più diffusa in Sicilia perde appeal tra gli agricoltori. E non potrebbe essere diversamente visto che il mercato mortifica, e non poco, le loro aspettative di reddito. Insomma, c’è da preoccuparsi per il futuro dell’agricoltura.

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