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Coldiretti: “Esportazioni di olio d’oliva Made in Italy nel mondo sono raddoppiate”
di Roberta Mannino

olio evo Esa

Le esportazioni di olio d’oliva Made in Italy nel mondo sono raddoppiate (+100%) in valore negli ultimi venti anni, con un’accelerazione impressa dalla svolta green a tavola verso il consumo di prodotti salutistici legata alla pandemia Covid. È quanto emerge dall’analisi di Coldiretti su dati Istat relativi al primo semestre del 2021 diffusa in occasione del via alla raccolta delle olive in Italia con la prima spremitura della Penisola in Sicilia, nell’azienda Terra Surti di Elio Menta a Sortino (Siracusa) contrada Albinelli, con la trasformazione delle prime olive in extravergine, prodotto simbolo della dieta mediterranea in tutto il mondo.

Con 315 milioni di chili l’Italia – sottolinea la Coldiretit – si colloca come secondo produttore mondiale dietro la Spagna il cui raccolto che sarà stabile o in leggera flessione rispetto allo scorso anno per un quantitativo di 1,25 a 1,35 miliardi di chili. Al terzo posto la Tunisia con una campagna normale da 250 milioni di chili mentre al quarto posto scende la Grecia in cui si prospetta una delle campagne più brutte dal dopoguerra, con la produzione che dovrebbe sfiorare i 200 milioni di chili come quella in lieve calo della Turchia.

A sostenere la domanda mondiale è la ricerca di alimentari sani e sostenibili determinata dall’emergenza sanitaria – sottolinea la Coldiretti – e gli effetti positivi sulla salute associati al consumo di olio di oliva provati da numerosi studi scientifici hanno fatto di conseguenza impennare le richieste di quel segmento di popolazione che nel mondo è attento alla qualità della propria alimentazione, con un incremento degli acquisti in valore del 5% nei primi sei mesi del 2021.

Quasi la metà di tutto l’olio tricolore esportato nel mondo finisce – spiega Coldiretti – nei Paesi dell’Unione Europea, dove gli arrivi sono aumentati del 98% nell’arco del ventennio, ma è in Asia che si registra l’impennata più significativa, con le esportazioni che sono quasi triplicate (+162%).

Il principale mercato di sbocco per l’extravergine tricolore – rileva la Coldiretti – si conferma quello degli Stati Uniti che assorbono da soli quasi un terzo del totale, con un incremento del 73% in 20 anni, mentre al secondo posto si piazza la Germania (+95%) davanti a Francia, Gran Bretagna e Giappone.

Il boom dell’olio italiano spinge anche i consumi totale che nel mondo sono arrivati a 3,2 miliardi di chili, secondo un’analisi della Coldiretti su dati Coi relativi all’ultimo anno, con gli americani in cima alla classifica grazie ai 357 milioni di chili che sono finiti sulle tavole. Meirot anche del fatto che l’extravergine tricolore è anche il simbolo della Dieta Mediterranea che si è classificata come migliore dieta al mondo del 2021 su 35 regimi alimentari presi in considerazione da U.S. News & World’s Report’s.

Un successo sul quale pesa però la minaccia a livello internazionale dalla diffusione di sistemi di etichettatura fuorvianti, discriminatori ed incompleti, dal traffic light inglese al nutriscore francese, che – sottolinea la Coldiretti – finiscono per mettere il bollino rosso ed escludere paradossalmente dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta. “Si rischia di promuovere cibi spazzatura con edulcoranti al posto dello zucchero e di bocciare elisir di lunga vita come l’olio extravergine di oliva considerato il simbolo della dieta mediterranea” denuncia il presidente della Coldiretti Ettore Prandini.
 

 

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