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Cia: “Pronti a guidare la rivoluzione digitale dell’agroecologia”
di Roberta Mannino

Dall’utilizzo di robot intelligenti nelle stalle, alla vendemmia digitale, fino alle app che permettono di monitorare il lavoro in nei campi, mettendo in connessione tutti i diversi aspetti di una moderna azienda agricola. La rivoluzione dell’agroecologia e dell’agricoltura digitale stanno per cambiare radicalmente il settore rurale, stimolate dalle nuove regole Ue dell’architettura verde e dalle opportunità del Credito di imposta 2020, con l’obiettivo di una sostenibilità ambientale che sia autentica, non solo di facciata. Fare agricoltura digitale significa raccogliere dati, elaborarli e prendere decisioni grazie alle informazioni raccolte (“data driven decision“). Parte, dunque, dal G20 di Firenze il percorso Cia-Agricoltori Italiani negli scenari dell’agritech, per sostenere le aziende e i produttori in questa fase di transizione, con l’obiettivo di garantire maggiore sostenibilità ma, allo stesso tempo, più reddito e competitività, con particolare attenzione alle aree interne del Paese. C’è, dunque, bisogno di strumentazioni evolute sia nell’hardware che nel software, per permettere agli agricoltori un approccio più razionale alle loro strategie imprenditoriali, rendendo tutto misurabile e controllabile.

Nei workshop allo stand Cia, l’associazione ha realizzato un vero e proprio showcase sulle soluzioni informatiche più innovative del mondo digitale applicato al settore rurale, grazie alle competenze di aziende protagoniste del cosiddetto smart farming. Si sono approfonditi gli sviluppi dell’agricoltura 4.0, con app create ad hoc per semplificare il lavoro degli agricoltori e sulla digitalizzazione delle produzioni vegetali sostenibili. Un focus particolare sulle opportunità del digitale nell’ambito della zootecnia, con l’utilizzo di robot intelligenti per l’alimentazione “di precisione” dei bovini in stalla, con lo scopo di migliorare ridurre l’impatto ambientale e il benessere animale, anche grazie ad applicazioni che consentono il controllo continuo -tramite sensori- dello stato di salute della mandria.

Tutto questo fa parte del nuovo processo di transizione digitale avviato da Cia per semplificare il lavoro dei produttori e valorizzarne il patrimonio informativo, cercando di colmare il gap che ancora sussiste nel mondo rurale. Cia stima, infatti, che il 50% delle aziende non sia ancora familiare con l’utilizzo di queste nuove tecnologie. Secondo il digital farm specialist Cristiano Spadoni: “I campioni dell’agricoltura hi-tech sono i viticoltori, che hanno reso questa vendemmia 2021 la più digitale di sempre. Migliaia di produttori gestiscono il lavoro tramite pc con veri e propri quaderni di campagna digitali: le uve sono controllate appena colte, grazie a sistemi di controllo qualità, che in un click traccia la carta d’identità di ogni vigneto. Anche la frutta a guscio -prosegue Spadoni- è “coltivata con il digitale” e in ogni momento si può garantire l’origine, grazie alla geolocalizzazione dei noccioleti, tracciando il percorso della nocciola dal campo alla cucina”.

            “E poi c’è la lotta al climate change -ricorda il presidente Cia, Dino Scanavino– dove ricercatori e cantine collaborano per progettare soluzioni che mitigano gli effetti dell’innalzamento delle temperature, analizzando big data con tecniche di intelligenza artificiale e mappando i vigneti con droni e robot dotati di sensori di ultima generazione. Il digitale in agricoltura -prosegue Scanavino- non è più una soluzione di nicchia ma una garanzia di sicurezza alimentare, tracciando tutto il processo produttivo dell’agricoltore e così garantendo la necessaria trasparenza al consumatore finale”.

 

Presentando al G20 i primi risultati delle sinergie instaurate con questi importanti player dell’agritech, Scanavino ha, infine, sottolineato l’importanza dei digital farm specialist nella scelta delle migliori soluzioni per i produttori nella lotta biotecnologica contro le fitopatie, utilizzando le moderne tecnologie meccaniche e digitali. Secondo i dati dell’Osservatorio Smart Agrifood del Politecnico di Milano in Italia il valore dell’agricoltura digitale sfiora i 400 milioni di euro, con un incremento del 270% rispetto all’anno precedente, a fronte di un mercato mondiale di 9 miliardi: l’agricoltura italiana di precisione può, dunque, essere un player importante e svolgere un ruolo di rilievo nello sviluppo dell’economi

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