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Caffè made in Sicily: al via alle sperimentazioni
di Annalisa Ciprì

Il caffè coltivato in Sicilia si distinguerebbe per una marcata sostenibilità grazie all’applicazione di tecniche di coltivazione sostenibili, alla naturale biodiversità della Sicilia, e dalla presenza di torrefazioni storiche all’ interno del nostro territorio che hanno già avviato una fase sperimentale di ricerca ed con ottimi risultati in termini sensoriali e gustativi.

In campo, una squadra di ricercatori con l’obiettivo in primis di analizzare le diverse aree della Sicilia e valutare la presenza di terreni favorevoli a questo tipo di coltivazione. Tra i protagonisti della ricerca, il Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Forestali (SAAF) – Università degli Studi di Palermo; il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche Chimiche e Farmaceutiche (STEBICEF). U.O. Chimica degli alimenti; il CREA di Palermo e un gruppo della Torrefazione Morettino.

La ricerca nasce e punta al voler ottenere del caffè coltivato e trasformato in Sicilia con una prospettiva di medio termine. Si tratta del primo progetto sperimentale in Europa, che permetterebbe di avere una proposta di assoluto valore sui mercati locali ed internazionali, con un prodotto unico e con un grande appeal per i consumatori.

Inoltre, questa filiera ha la possibilità di valorizzare aree che non si prestano ad altre colture. La crescita vegetativa delle giovani piante di caffè è stata osservata solo, limitatamente, alla fine dell’autunno e in maggior misura a partire dal mese di marzo. I germogli studiati e le piante non hanno risposto ad incrementi della temperatura media o massima bensì hanno risposto chiaramente ad incrementi della disponibilità luminosa media giornaliera. Durante i mesi invernali, le piante non hanno mostrato crescita vegetativa ma non hanno nemmeno subito danni correlati alle basse temperature, che all’interno della serra hanno raggiunto valori minimi pari a 2°C.

Fino a oggi, gli studiosi sono arrivati a queste conclusioni. Le giovani piante di caffè sono riuscite a superare l’inverno freddo tipico dei climi mediterranei e reagiscono velocemente alle variazioni annuali di disponibilità luminosa piuttosto che a quelle di temperatura, e non risentono dell’ombreggiamento quando coltivate in coltura promiscua.

Futuri studi si concentreranno sulla fase riproduttiva del ciclo della pianta e sulla qualità dei frutti
ottenuti.

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