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Acque reflue: al via il progetto italo-tunisino Tresor con la partecipazione dell’Università di Catania
di emilio scibona

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Con un kick-off meeting virtuale che si è tenuto nei giorni scorsi, sono state formalmente avviate le attività di ricerca e sperimentazione del progetto TRESOR – TRaitement des Eaux uSées et des bOues Résiduaires par filtres plantés et usage agricole durable, finanziato nell’ambito del Programma ENI di cooperazione transfrontaliera Italia-Tunisia 2014-2020.

Il partenariato coinvolto nel progetto è costituito da Institut National de Recherche en Génie Rural, Eaux et Forêts – INRGREF (Tunisia), Dipartimento di Agricoltura Alimentazione e Ambiente (UNICT-Di3A, Italia), Comune di Scicli, Assessorato Regionale dell’agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea – ASSAGRI (Palermo, Italia), Centre de Recherches et des Technologies des Eaux–CERTE (Tunisia), Institut National de la Recherche Agronomique de Tunisie – INRAT (Tunisia).

Il progetto, coordinato per l’Università di Catania dal prof. Giuseppe Luigi Cirelli del Di3A, ha l’obiettivo di promuovere e sviluppare sistemi di trattamento naturali a basso costo per una gestione sostenibile delle acque reflue e dei fanghi, minimizzando i rischi connessi al loro impiego agricolo nelle zone periferiche delle aree costiere mediterranee.

In particolare, nella regione Mediterranea, infatti, la degradazione delle risorse idriche, sia in termini di quantità che di qualità, rende sempre più urgente il ricorso a risorse non convenzionali, come le acque reflue, che consentono una riutilizzazione sostenibile in agricoltura dopo processi di depurazione che possono risultare onerosi dal punto di vista economico e non perfettamente efficaci.

Per questo motivo, il progetto promuove l’utilizzo di trattamenti naturali e a basso costo, come la fitodepurazione che, inseriti in approcci integrati, valorizzano i nessi acqua-energia-agricoltura e i principi dell’economia circolare, garantendo alti livelli di sostenibilità ambientale ed economica.

Attraverso impianti sperimentali nei quali implementare tali tipologie di trattamento, il progetto mira a valutare gli impatti non sono agronomici e ambientali, ma anche quelli socio-economici nelle piccole comunità peri-urbane e rurali insediate nei territori coinvolti, per valutare gli effetti della sperimentazione in termini di gestione sostenibile delle risorse, miglioramento della qualità dei suoli e degli standard qualitativi e quantitativi del comparto agricolo.

Dopo i saluti istituzionali del direttore del Di3A, prof. Agatino Russo, Olfa Mahjoub, coordinatrice per l’INRGREF, ha illustrato il posizionamento del progetto nell’ambito del programma e gli impatti attesi, introducendo la visita virtuale nel sito sperimentale a Nabeul. Nella seconda parte dell’incontro sono stati dettagliati gli avanzamenti e le sfide derivanti dal riutilizzo delle acque reflue in Sicilia attraverso gli interventi del prof. Giuseppe Cirelli e dei dott. Mirco Milano e Delia Ventura del Di3A, seguiti dai contributi di Olfa Mahjoub e Hamadi Kallali del CERTE che hanno illustrato lo stato d’avanzamento del riutilizzo delle acque reflue in Tunisia. All’incontro hanno preso parte, in qualità di componenti dell’unità di ricerca del Di3A, anche le dott.sse Feliciana Licciardello e Teresa Graziano.

 

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