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A Palermo sostenibilità per la filiera agroalimentare: al via “FreeCO2”
di Annalisa Ciprì

Nasce la piattaforma che consente ai produttori dell’agroalimentare di monitorare l’abbattimento della Co2, non solo dai campi, adottando sistemi di sensoristica, robotica, intelligenza artificiale, machine learning e blockchain.

Il progetto di ricerca è realizzato dall’Università degli Studi di Palermo e TopNetwork, al quale hanno partecipato 4 dipartimenti dell’ateneo palermitano: Ingegneria, Scienze Agrarie, Alimentari e Forestali, Economia, Matematica-Informatica. Sono 7,5 i milioni gli euro stanziati nell’ambito dei fondi Pnrr, che mirano ad una ecosostenibilità e a un futuro sostenibile.

Una piattaforma che vede tutte le fasi, dall’impronta di carbone di Co2 prodotto dalla singola azienda agricola, alle fasi di stoccaggio, di conservazione e poi di produzione del materiale agroalimentare elaborato.

massimo midiri

E’ un tentativo accademico che ha una grandissima trasferibilità nel mercato”, ha dichiarato il rettore dell’Università di Palermo, Massimo Midiri. “Accordo trasversale a 360 gradi quello con TopNetwork, che incrocia i bisogni di operatori, professionisti e aziende, diventa un’interfaccia costante con l’università, affinché i docenti abbiano un’applicabilità più idonea e focalizzata possibile”.

E’ un sistema oggettivamente ecosostenibile diffuso e capillare, lo è anche per le piccole aziende. Ogni azienda ha la possibilità di sostenere dei costi. La logica è quella di provare a ridurre in ogni singola fase la creazione di anidride carbonica da quando iniziamo a coltivare il prodotto a quando viene distribuito.

Il singolo imprenditore deve vedere il mondo universitario non come lontano ma come un mondo da cui prendere le informazioni che diventano poi di uso quotidiano – dice il rettore – Questo progetto deve essere utilizzabile sia per il piccolo imprenditore, che intende essere classificato come green, sia la grandissima azienda: cominciamo a immaginare sistemi che hanno una scala molto ampia e un’applicabilità molto versatile. Tutte le azioni degli Enti che si devono parlare tra di loro devono essere orientate a un futuro sostenibile: se non facciamo oggi degli interventi a tutto tondo rischiamo tra 50 anni di non poter più recuperare una situazione che oggi è già molto complicata“.

Per FreeCO2 sono stati coinvolti Tasca d’Almerita, per la produzione del vino, e CoMediterraneo per la distribuzione a scaffale.

Paolo Inglese, professore di Scienze Agrarie all’Università di Palermo, è il responsabile scientifico del progetto. “Il tema della sostenibilità dell’impresa agricola – sottolinea – è fondamentale per l’impresa in sè, perché significa anche risparmi pratici, e per il consumatore. Il progetto consentirà alla fine di fare il bilancio del carbonio, che serve all’azienda per capire se la quantità di input e output produce sono in equilibrio: in sintesi, serve per capire se segue una linea capace di mantenere alta la fertilità del suolo e la sostenibilità integrale dell’azienda“.

L’obiettivo è utilizzare questo come progetto-pilota per replicare i risultati e metterli a disposizione del tessuto imprenditoriale locale, affinchè diventi un punto di riferimento per altre aziende.

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