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22 maggio, Giornata mondiale della biodiversità. Agricoltura protagonista
di Angela Sciortino

biodiversità

(di Redazione) Oggi, 22 maggio è la Giornata Mondiale della Biodiversità, istituita dall’Assemblea generale della Nazioni Unite per celebrare l’adozione della Convenzione sulla Diversità Biologica.

Quest’anno il tema è l’agricoltura e il suo ruolo per la salvaguardia del paesaggio e dell’ambiente. L’Italia può vantare un ricco patrimonio di biodiversità e i principali garanti di queste risorse naturali sono gli agricoltori.

Oltre il 90 per cento della superficie Ue è costituito da aree rurali, agricole e forestali abitate dal 56 per cento della popolazione europea. Inoltre, quelle ad alto valore naturale si aggirano tra i 4 milioni ed i 6 milioni di ettari. Una quota rilevante dell’intera superficie agricola nazionale, concentrata soprattutto nelle regioni centro-meridionali e lungo le dorsali degli Appennini e delle Alpi, che rivestono un ruolo fondamentale come corridoi ecologici.

Negli ultimi anni l’implementazione dei siti Natura 2000 ha rappresentato in Europa un significativo contributo alla tutela della biodiversità. In queste ampie aree del territorio italiano (praticamente 1/5 della superficie nazionale), operano tantissimi agricoltori che, con le loro attività economiche perfettamente inserite in questi contesti, contribuiscono con il loro impegno quotidiano alla conservazione della biodiversità.

«Preservare questo patrimonio significa gestirlo in modo lungimirante e non passivo – afferma il presidente di Confagricoltura Massimiliano GiansantiQuindi occorrono politiche agricole che favoriscano pratiche sostenibili e compatibili con la tutela della biodiversità, ma che al contempo garantiscano anche stabilità di mercato e giusta remunerazione di tutte le fasi della filiera. In questa direzione ci possono aiutare la ricerca e l’innovazione tecnologica applicate ad un’agricoltura moderna, che valorizzi l’ambiente a vantaggio di tutta la comunità».

La difesa della biodiversità non ha solo un valore naturalistico ma, secondo Coldiretti, è anche il vero valore aggiunto delle produzioni agricole made in Italy. Investire sulla distintività è una condizione necessaria per le imprese agricole di distinguersi in termini di qualità delle produzioni e affrontare così il mercato globalizzato salvaguardando, difendendo e creando sistemi economici locali attorno al valore del cibo.

In Italia sono scomparse dalla tavola tre varietà di frutta su quattro nell’ultimo secolo, ma la perdita di biodiversità riguarda l’intero sistema agricolo e di allevamento con il rischio di estinzione che si estende dalle piante coltivate agli animali allevati.

Lungo lo Stivale nel secolo scorso si contavano 8 mila varietà di frutta, mentre oggi si arriva a poco meno di 2 mila e di queste ben 1.500 sono considerate a rischio di scomparsa anche per effetto dei moderni sistemi della distribuzione commerciale che privilegiano le grandi quantità e la standardizzazione dell’offerta. L’omologazione e la standardizzazione delle produzioni a livello internazionale mettono a rischio anche gli antichi semi della tradizione italiana sapientemente custoditi per anni da generazioni di agricoltori. Un pericolo – secondo la Coldiretti – per i produttori ed i consumatori per la perdita di un patrimonio alimentare, culturale ed ambientale del made in Italy, ma anche un attacco alla sovranità alimentare e alla biodiversità.

Ma l’agricoltura nostrana ha invertito la rotta negli ultimi anni e l’Italia è diventata il Paese più green d’Europa. Così, unica al mondo, possiede 5155 prodotti alimentari tradizionali censiti, 297 specialità tra Dop e Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc e Docg, ma è anche leader in Europa con quasi 60 mila aziende agricole biologiche e ha fatto la scelta di vietare le coltivazioni Ogm e la carne agli ormoni a tutela della biodiversità e della sicurezza alimentare. Sul territorio nazionale – fa notare Coldiretti – ci sono 504 varietà iscritte al registro viti contro le 278 dei cugini francesi e su 533 varietà di olive contro le 70 spagnole.

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